martedì 6 aprile 2010

DUOMO DI PIAZZA ARMERINA


Risalendo la via Cavour si giunge in piazza Santa Rosalia, recentemente restaurata, dove prospettano sulla destra ilPalazzo Trigona di Canicarao (XVII sec.) e sulla sinistra l’ex pretura, già sede della centrale elettrica, oggi sede dell’Università. Poco più avanti, al visitatore viene offerto il maestoso spettacolo dell’ex convento di San Francesco (XVIII sec.), col famoso balcone del Gagini, che precede di poco la vista del Duomo. Ci sono voluti quasi tre secoli per completare questa imponente opera, dal maestoso portale con colonne tortili, fortemente voluta dal barone Marco Trigona, il quale, alla sua morte, nel 1598, istituì un lascito per la costruzione di un edificio religioso più sontuoso della preesistente quattrocentesca Chiesa Madre, di cui oggi rimane il campanile in stile gotico-catalano nella parte inferiore, con rimaneggiamenti cinquecenteschi nella parte superiore. L’interno, a croce latina, ha una grande navata con cappelle laterali comunicanti e custodisce numerose opere d’arte, tra le quali segnaliamo la secentesca tela dell’ Assunzione della Vergine di F. Paladini, collocata sopra l’altare del transetto sinistro, il Martirio di Sant’Agata di Jacopo Ligozzi e la Croce lignea di scuola antonelliana di ignoto, denominato convenzionalmente Maestro della Croce di Piazza Armerina, dipinta su entrambe le facce (Cristo Crocifisso, nella parte anteriore, Cristo risorto, nella parte posteriore).
Nella stessa piazza, al centro della quale è posta la statua del Barone Marco Trigona, raffigurato nel gesto di offrire la cattedrale alla città, si affaccia anche il palazzo dei Trigona della Floresta (XVIII sec.), che presto, si spera, diventerà degna sede del museo archeologico cittadino.

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